Da un colosso come Google, sarebbe normale aspettarsi il massimo dell’impegno e della determinazione nel cercare di aumentare la diffusione degli smartwatch Android Wear tra il pubblico, ma ultimamente non sono stati fatti molti passi in avanti in questo senso. Pochi modelli nuovi, sempre meno rumors, ritardi nel rilascio degli aggiornamenti, sono solo alcuni degli aspetti che hanno contribuito alla flessione del mercato, anche se in realtà tutto il settore ne ha un po’ risentito.
Android Wear: pochi smartwatch in questo 2016
Il 2016 non è stato un anno eccezionale per gli smartwatch, soprattutto se paragonato ai due precedenti, nel quale abbiamo potuto assistere ad un vero e proprio boom della produzione. Al contrario ora, le case produttrici tendono a rilasciare i loro nuovi modelli ad intervalli più lunghi, cosa che nel mercato degli smartphone non succede (massimo 1 anno tra una generazione e l’altra). Mentre Asus presentava il suo nuovo ZenWatch 3 all’IFA 2016 di Berlino, marchi come LG, Motorola e Huawei hanno preferito rimandare il discorso al prossimo anno, con veramente pochi rumors a riguardo.
Durante questi undici mesi, i nuovi arrivati in casa Android Wear sono stati 7: abbiamo visto il Casio Smart Outdoor WSD F10, il Fossil Q Wander e Q Marshal, il Nixon Mission, lo smartwatch di Michael Kors, il Polar M600 e come già accennato in precedenza lo ZenWatch 3. Esclusa Asus, nessuna delle aziende in questione possiede delle quote di mercato veramente importanti, ma si classificano principalmente in una posizione marginale, quasi di nicchia.
Allo stesso tempo, dispositivi come l’LG Watch Urbane 2 e Moto 360 2 non sono facilmente reperibili, il primo per un problema di commercializzazione in alcuni paesi e il secondo per la mancanza di stock negli store online, quando gli utenti sono ancora in attesa del modello successivo ormai da mesi. Sicuramente le limitazioni che le case produttrici si trovano davanti nello sviluppo software su Android Wear potrebbe essere un altro fattore a sfavore per Google, con il risultato che tutti gli smartwatch con questo sistema operativo siano praticamente identici uno all’altro, lasciando poco spazio alla differenziazione (escluse le watch face personalizzate).
Google: Android Wear 2.0 e Pixel Watch per il rilancio del settore smartwatch
Passando poi alla questione economica e di gestione della produzione, è necessario potenziare la distribuzione e la presenza di smartwatch Android Wear nelle varie catene di distribuzione. Mentre Apple e Samsung praticamente dominano gli scaffali negli store (proprietari e non) molto spesso gli orologi dotati del sistema operativo di Google sono difficili da trovare, confinati in qualche angolo del negozio.
Il colosso di Mountain View forse ha capito che contare solamente su altri produttori (vedi Motorola, LG o Huawei) per la diffusione dei loro dispositivi non è sufficiente, arrivando così alla decisione di lanciare una propria linea di smartwatch: il nostro riferimento è chiaramente ai futuri Pixel Watch (Angelfish e Swordfish) attesi per il 2017, assieme all’uscita ufficiale dell’aggiornamento Android Wear 2.0. Non ci resta che aspettare le prossime mosse di Big G e sperare in un rilancio dell’intero settore smartwatch e non solo di Android Wear.
Marco Voltazza