Nel 2012, quando il primo Pebble venne presentato al pubblico, il panorama degli smartwatch era ancora ai suoi albori, un mercato da costruire ed esplorare. L’uscita di quel primo smartwatch segnò per la compagnia americana un punto di svolta, trasformando il Pebble Classic in un vero e proprio fenomeno tecnologico dell’epoca.
Ora, a distanza di oltre quattro anni, è arrivato il successore di quel fortunato modello: il nuovo Pebble 2 vuole prendere il meglio della versione originale, aggiungendo però tutte quelle funzionalità indispensabili per uno smartwatch del 2016. Il comparto fitness è sicuramente quello che più ha goduto di queste novità, grazie al sensore per il battito cardiaco integrato, ma il Pebble 2 non è paragonabile ai bracciali fitness più famosi come quelli offerti da Fitbit, Garmin o TomTom. Allora quale sarà il ruolo di questa nuova generazione? Scopriamolo insieme in questa recensione completa di Pebble 2.
Pebble 2: display e design
La linea squadrata e molto semplice del primo Pebble era il suo marchio di fabbrica, l’elemento distintivo rispetto agli altri smartwatch. Il Pebble 2 non fa eccezioni, riprendendo lo stesso design ma con qualche piccola miglioria. Ora il display da 144 x 168 pixel di risoluzione, sempre con tecnologia e-paper, è protetto da un Gorilla Glass 3, il che lo rende molto più resistente rispetto al passato. Con un prezzo di partenza che si aggira attorno ai 100 euro, non si poteva chiedere molto di più da Pebble.
Al polso, la differenza rispetto al primo modello si fa sentire: la cassa è più sottile e leggera, mentre i bordi sono stati smussati per un comfort maggiore. Sono disponibili diversi colori con i quali personalizzare l’aspetto dello smartwatch. Si parte dal classico nero e bianco, fino ad arrivare al celeste “acqua marina (Aqua), rosso vivo (Flame) e Lime.
Pebble 2: sistema operativo e funzionalità
Nel corso degli anni, il sistema operativo degli smartwatch Pebble si è evoluto sotto molti aspetti, fino ad arrivare alla sua ultima versione, il Pebble OS 4. Una delle funzionalità più importanti è sicuramente la app dedicata al fitness, Pebble Health, una piattaforma per il tracciamento dell’attività fisica ora sincronizzabile anche con i servizi di Google Fit, Apple Health e molti altri.
A migliorare l’esperienza fitness ci pensa il sensore ottico per il battito cardiaco (nel Pebble 2 + HR da 129 euro) ideale per l’allenamento in palestra o il running. É presente una modalità di rilevamento continua durante tutto l’arco della giornata, ad intervalli di 10 minuti una dall’altra, così da avere un grafico completo della nostra frequenza cardiaca. Se pensate che questo possa influire sulla durata della batteria, non preoccupatevi perché l’autonomia complessiva resterà pressoché invariata. Da non dimenticare il nuovo microfono integrato, per rispondere ai messaggi tramite registrazioni vocali, e la resistenza all’acqua fino a 30 metri di profondità.
Per quanto riguarda le app a disposizione nello store Pebble, la scelta ricade principalmente su quelle applicazioni che sfruttano il nuovo sensore cardiaco o quelle focalizzate sull’attività fisica e sportiva. Il download di nuovi quadranti è possibile grazie alla companion app ufficiale, proprio come su Android Wear. Oltre a questo, l’ultima versione di Pebble OS porta con sè alcune novità , tra le quali la Timeline aggiornata in grado di mostrare le informazioni relative alle specifiche app in tempo reale.
La semplicità e l’immediatezza nell’utilizzo è la vera arma in più di Pebble: non ci sono elaborate animazioni o altri “abbellimenti” grafici che troviamo magari su Android Wear. Tutto è progettato per essere veloce ed istantaneo, dall’arrivo di una notifica all’apertura di un’app. Detto ciò, sono ancora presenti alcuni sporadici bug, relativi alla connessione Bluetooth un po’ “ballerina” tra lo smartwatch e il telefono, o il leggero ritardo nella rilevazione dei dati fitness, ma confidiamo in una maggiore stabilità con il rilascio dei prossimi aggiornamenti.
Pebble 2: comparto fitness, Pebble Health e batteria
Come già accennato in precedenza, Pebble Health rappresenta il fulcro delle funzioni presenti su Pebble 2, grazie alla possibilità di monitorare l’attività fisica, il sonno e la frequenza cardiaca. L’algoritmo alla base di Pebble Health, sviluppato in collaborazione con la Stanford University, è stato ulteriormente migliorato, con lo scopo di rendere le rilevazioni sempre più precise ed affidabili.
Confrontato con sensori cardiaci di fascia alta (da applicare sul petto) Pebble 2 non sfigura affatto: durante i test, la lettura della frequenza cardiaca variava di circa 10/15 bpm in fase di sforzo fisico, mentre a riposo era praticamente identica a quella rilevata della fascia cardiaca. Il monitoraggio del sonno si avvia automaticamente, analizzando la qualità dello stesso e le varie fasi che lo compongono. Tutti i dati, una volta raccolti, saranno visualizzabili attraverso la companion app di Pebble per smartphone. Oltre a poter analizzare grafici e tabelle, l’app fornisce degli utili suggerimenti per raggiungere determinati obbiettivi fitness durante l’arco della giornata.
Concludiamo la nostra recensione analizzando l’autonomia di Pebble 2: grazie al display a basso consumo, lo smartwatch si riconferma uno dei migliori sul mercato, arrivando oltre i 7 giorni di utilizzo con una sola ricarica. Non dover ricaricare il dispositivo ogni notte è sicuramente un grosso vantaggio, potendo così indossarlo praticamente 24 ore su 24 quasi tutti i giorni.
Recensione Pebble 2
Confezione
Costruzione
Hardware
Display
Software
Batteria
Vestibilità
Il nuovo Pebble 2 offre tante funzioni ad un prezzo molto interessante, ma in termini di design resta praticamente invariato rispetto al primo modello. Se non siete fanatici del fitness o dello stile, questo smartwatch può fare al caso vostro. Potrete godere di un’esperienza d’uso semplice e piacevole, oltre alla strepitosa autonomia di una settimana.
Scritto da:
Marco Voltazza
PRO
- Autonomia al top
- Ottimo rapporto qualità prezzo
- Veloce e reattivo nell'utilizzo
CONTRO
- Design ormai superato
- Display troppo "basico"
- Qualche bug da sistemare